Halston dal 14 maggio la mini serie sulla vita dello stilista.


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Halston dal 14 maggio la mini serie sulla vita dello stilista.

Halston, dal 14 maggio sulla piattaforma Netflix, visibile anche su Sky Q e Now Tv, ispirata liberamente al libro “Simply Halston” di Steven Gaines, diretto da Daniel Minahan e firmata da Ryan Murphy, sarà una miniserie incentrata proprio sull’iconico stilista che rivoluzionò la moda newyorkese negli anni ’70: Roy Halston Frowick, per l’appunto conosciuto per il mondo come Halston.

Nato nel 1932, Halston, riuscì a imporre il suo stile minimalista, lasciando un’eredità ancora non dimenticata, nonostante lo stravolgimento della sua vita, che lo costrinse “a combattere per il controllo del suo bene più prezioso: il nome stesso Halston”, come spiega la sinossi di Netflix.

Il suo modo di intendere la moda che lo portò a vestire e frequentare celebrità illustri di quegli anni del calibro di Liza Minelli, Bianca Jagger, Andy Warhol e Jackye Kennedy (il famoso cappellino a tamburo della First Lady sfoggiato all’Inauguration Day del 1961 è merito suo). Nonostante il suo grande successo, che ancora non sappiamo se Netflix pubblicherà interamente, nel 1983 la sua azienda fallì per diverse controversie. Complici gli eccessi della sua vita sopra le righe, morì nel 1990 a 54 anni per complicazioni legate all’AIDS.

nei panni del Fashion Designer, già protagonista di diversi personaggi Queer (“Velvet Goldmine” e i “Racconti del cuscino”), ha rivelato con sollievo che per la prima volta si è trovato a lavorare con un coordinatore d’intimità per essere istruito, senza dover improvvisare come accaduto in passato, nelle scene esplicite di sesso gay.

Lui stesso, come io mi sono domandato, in un mondo in cui gli attori gay fatichino spesso a lavorare, causandone l’omertà di non volersi dichiarare (Gabriel Garko per andare a pescare in casa nostra), perché una serie incentrata su un protagonista omosessuale deve essere recitata da un attore eterosessuale?

La  sua riflessione rilasciata nell’intervista appare, a mio parere, la trovo corretta ma allo stesso tempo pilotata da una diplomazia un po’ ridicola, nonostante stimi Ewan McGregor come attore (guardate Moulin Rouge e capirete il perché): “Non ho sperimentato la vita di un omosessuale. Non so cosa significhi essere discriminati per via della tua sessualità, perciò posso solo rispettare il punto di vista di chi è frustrato nel vedere attori etero interpretare personaggi gay. Se fosse stata una storia sulla sessualità di Halston, allora forse sarebbe stato giusto affidare il ruolo a un attore. Ma in questo caso – e non voglio sembrare che stia minimizzando perché è qualcosa a cui ho pensato molto – suppongo che alla fine la sessualità sia solo una parte di ciò che era”

Per quanto mi riguarda, semplicemente un lavoro attoriale resta esattamente ciò che è: un’interpretazione personale di un personaggio reale o immaginario, adatto nei colori e nelle sfumature, ma differente da chi si è nella vita reale. Esattamente come un attore gay può tranquillamente recitare un ruolo eterosessuale senza doversi sentire in difetto di essere qualcun altro. Credo che la discriminazione sia negli occhi di chi voglia vederla, rischiando di complicare ed etichettare ancora di più, ruoli che dovrebbero essere ordinariamente interpretati da chiunque possa farli, dimostrando le sue capacità interpretative.

Dichiarazioni a parte, credo che come in tutti o quasi i lavori di Ewan Mc Gregor, il successo potrà essere garantito, grazie anche all’interessante cast che lo affianca: Rebecca Dayan (Celeste), Krysta Rodriguez (Daybreak), Bill Pullman (The Sinner), Kelly Bishop (Una mamma per amica) e molti altri, senza dimenticare l’unica e insostituibile Liza Minelli, a cui l’attore si è appoggiato per conoscere ciò che lei a potuto riportare della sua vita con Halston.

Per cui, Netfilixatevi negli anni ’70 della grandiosa New York e dei suoi personaggi famosi, dei suoi vizi ed eccessi, del mitico Studio ’54, per ammirare colui che ha rivoluzionato il mondo della moda: Halston!


13/05/2021
autore: Simone Durante